I discendenti del Cavalier Giovanni Boni, costruttore forlivese, vivono tuttora nel villino che il costruttore fece erigere in una delle porzioni di città più ambite della Forlì degli anni ‘30: il viale della Libertà – allora viale Benito Mussolini.
Il villino Boni nel 1933. Raccolta privata
Il punto di vista dello storico:
“Lo spazio pubblico in epoca fascista”
Il nipote di Giovanni e la sua famiglia custodiscono con cura il patrimonio architettonico e le memorie che hanno attraversato la casa nel corso degli anni. In soffitta sono conservati con cura tanti mobili originali che la famiglia non usa più ma a cui non ha voluto rinunciare.
Il Cavalier Giovanni Boni era un uomo che, come si suol dire, si era fatto da sé. Aveva studiato sì e no fino alla terza elementare, per poi iniziare a lavorare come manovale. Aveva saputo sfruttare al meglio tutte le possibilità che gli si erano presentate e in pochi anni era diventato un costruttore di successo, benestante, con cantieri aperti in tutta Italia.
Viale della Libertà nel 1931. Il villino Boni non esiste ancora. Archivio Fotografico Biblioteca A. Saffi di Forlì
All’inizio degli anni ‘30 il Cavalier Boni acquistò un lotto di terreno dall’ex Sindaco di Forlì Giuseppe Gaudenzi. L’allora viale Benito Mussolini era un grande cantiere a cielo aperto di progetti pubblici ambiziosi, che si concretizzeranno uno dopo l’altro in quegli anni.
Il villino Boni era l’unica abitazione monofamiliare del viale
Giovanni Boni commissiona il progetto al geometra Bruno Neri, che disegna un elegante villino a tre piani dal gusto ottocentesco.
Il Cavalier Boni ottiene il permesso di costruire il villino, ma non senza fatica. Una delle opposizioni viene dal Sindacato degli Ingegneri fascisti, che verrà però respinta.
Il viale nel 1932. In basso a sinistra si vedono i lavori in corso per la costruzione del villino. Foto Archivio Zoli
Nonostante tutto, il cantiere procede spedito e nel giro di un anno il villino è pronto per essere abitato
La famiglia del Cavalier Boni si trasferisce nel villino, ma il costruttore non se la godrà a lungo: muore pochi mesi dopo, a soli 43 anni, in seguito ad un intervento allo stomaco.
Non abbiamo molte notizie su questo periodo, ma possiamo immaginare una famiglia della “Forlì bene” muoversi tra i grandi mobili lussuosi progettati su misura. Prova a immaginarli mentre aprono le tante porte della casa, calpestano il pavimento di linoleum, aprono il portavivande incassato nel termosifone dove è stato tenuto in caldo lo stufato.
Come molte altre abitazioni della città anche questo villino durante la guerra diventa sede delle truppe inglesi e polacche. E anche in questo caso ne sono rimaste tracce: una bruciatura di sigaro sul corrimano della scala, il pavimento bruciato dall’uso delle cucine da campo sotto i tappeti, e – inaspettatamente – un pianoforte, portato via dalle truppe inglesi forse da Firenze e parcheggiato per sempre al piano terra del villino, da dove non è mai stato spostato.
Il pianoforte nell’atrio del villino Boni
Anche la cancellata originale viene smontata durante la guerra per usarne il ferro. Verrà ricostruita in seguito, un po’ più bassa. Riesci a vedere il punto in cui arrivava la cancellata originale?
La cancellata ricostruita dopo la guerra
Giovanni racconta della cancellata
Gli eredi del Cavalier Boni continuano a vivere nella villa, a volte affittando parte della casa. Sono una delle prime famiglie di Forlì ad avere il televisore e impiegano domestici che si occupano delle faccende di casa.
Giovanni, nipote e omonimo del costruttore, nasce in questa casa e vi abita per tutta la vita. La casa dei suoi ricordi di infanzia è un luogo dalle molte stanze e dalle innumerevoli porte. Ricorda bene l’inquietudine che gli creavano le tre porte che si affacciavano sulla sua stanza. Quando calava il buio, dopo avere visto un film di paura, nella fantasia del piccolo Giovanni erano tutte potenziali accessi di mostri notturni.
Nel corso degli anni molte porte sono state murate o sbarrate da grandi mobili, rendendo i percorsi della casa un po’ diversi da quelli originali, ma più su misura per gli abitanti di oggi
Una delle tante porte del villino
Il grande androne del piano terra
Anche altri ambienti sono stati piano piano rimodernati e adattati alla vita contemporanea. L’androne del piano terra del è l’unico ambiente rimasto esattamente com’era.
Oggi nel villino Boni vive Giovanni, nipote del Cavalier Giovanni Boni, con la moglie, i figli e il cane Ciacky.
Nel corso degli anni il viale è cambiato molto, così come la sua funzione sociale. Da luogo prestigioso di passeggio è diventato oggi uno dei principali punti di smistamento della mobilità di Forlì. Le vibrazioni continue prodotte dagli autobus mettono a dura prova la tenuta della copertura in cemento, mentre lo smog e i metalli pesanti anneriscono la facciata.
Il punto di vista dell’architetto
Vista attuale (2021) del villino Boni.
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