Palazzo de Cupis

Una nave ormeggiata a pochi passi dal centro

Commissionato
Commissionato da:
Roberto de Cupis
Progetto di
Progetto di:
Roberto de Cupis nel 1934
Anno di costruzione
Anno di costruzione:
Tra il 1934 e 1935

A un occhio distratto Palazzo de Cupis potrebbe passare quasi inosservato. Guardando con attenzione si rivela una costruzione sorprendente, a pianta triangolare. Il paragone con una grande imbarcazione ormeggiata è quasi ovvio: per i forlivesi, infatti, palazzo de Cupis è sempre stato la nave.

Roberto de Cupis è stato uno scultore, architetto e pittore.

Nato a Roma nel 1900 da una famiglia di nobili origini e con la scultura nel sangue – nell’albero genealogico di Roberto c’è Gennaro Calì, un celebre scultore partenopeo – da bambino si trasferisce con la famiglia in Emilia Romagna e poi, nel 1923, a Forlì, dopo essersi diplomato in scultura e architettura a Parma.

È un artista dotato e non appena arriva a Forlì comincia a lavorare come scultore.

Roberto de Cupis fotografato nel suo studio con lo Stemma dei Savoia realizzato per la nuova stazione ferroviaria di Forlì, 1927. Proprietà privata.

Roberto de Cupis fotografato nel suo studio con lo Stemma dei Savoia realizzato per la nuova stazione ferroviaria di Forlì, 1927. Proprietà privata.

Tra i tanti progetti, realizza i fregi della nuova stazione ferroviaria di Forlì e con Cesare Bazzani lavora alla costruzione della Casa del Mutilato e del Palazzo delle Poste. Il suo studio si trova in quello che oggi è il Palazzo della Provincia, in Piazza Morgagni.

La nascita dell’edificio

Nel 1933 de Cupis viene sfrattato dallo studio di piazza Morgagni e si mette alla ricerca di una soluzione. Cerca uno spazio vasto e dai soffitti alti, che possa ospitare le grandi sculture su cui lavora. Dopo un anno di ricerche, decide che la soluzione è costruire un edificio da zero. In questo modo, oltre a risolvere il problema dello studio, avrà anche a disposizione un’abitazione per la famiglia, che dall’arrivo a Forlì è sempre stata in affitto.

De Cupis acquista un lotto triangolare stralciato da quelli che allora erano gli orti Vallicelli

È un lotto molto particolare, di forma triangolare. Questo non scoraggia lo scultore, anzi probabilmente stimola la sua creatività: de Cupis può finalmente mettere in pratica la sua esperienza e il suo gusto artistico senza dover sottostare alle richieste di un committente. Progetta un edificio particolarissimo, a pianta triangolare.

I progetti originali del palazzo (1934) incorniciati come un’opera d’arte in casa de Cupis

I progetti originali del palazzo (1934) incorniciati come un’opera d’arte in casa de Cupis

Progetti di sistemazione di Palazzo de Cupis (1938)

Archivio di Stato di Forlì Cesena

Luoghi che raccontano storie

1934 – 1935

De Cupis progetta il palazzo interamente: dalla struttura alla disposizione degli interni, dai colori ai mobili, su misura per gli ambienti dalla forma particolare del palazzo.

Progetto per gli arredi del salotto,1935. Proprietà privata

Progetto per gli arredi del salotto,1935. Proprietà privata

Il piano terra è destinato ad ospitare lo studio dello scultore: i soffitti sono più alti di quelli di una normale abitazione per fare spazio alle grandi sculture. Il primo piano è destinato ad ospitare la famiglia dell’artista.

Il colore della facciata, una tonalità simile a quella del pepe verde, è originale e stupisce allora come oggi

Le pareti esterne vengono rifinite con intonaco Terranova strollato, un materiale moderno e pregiato per l’epoca.

L’intonaco Terranova in un volantino pubblicitario del 1932. Fonte L’Arengario Studio Bibliografico - www.arengario.it
L’intonaco Terranova in un volantino pubblicitario del 1932. Fonte L’Arengario Studio Bibliografico - www.arengario.it

L’intonaco Terranova in un volantino pubblicitario del 1932. Fonte L’Arengario Studio Bibliografico – www.arengario.it

De Cupis progetta la casa per renderla il più comoda possibile, includendo interessanti invenzioni

1936

Una volta ultimati i lavori di costruzione il palazzo è pronto ad ospitare famiglia e laboratorio. De Cupis si trasferisce al primo piano con il padre Gioacchino e Alda, la governante di famiglia.

1938

A causa di qualche problema nell’ottenere committenze pubbliche, che lo scultore ha sempre sintetizzato come problemi fiscali, nel 1938 de Cupis smantella letteralmente il laboratorio e comincia a dedicarsi soprattutto all’edilizia, progettando alcune ville e villini. I locali del piano terra dell’edificio vengono adibiti ad uffici per Patronato Nazionale di Pubblica Assistenza. Nei decenni successivi l’edificio ospiterà anche un calzaturificio, un maglificio, uno studio di ingegneria e una scuola privata oltre a numerose famiglie di inquilini.

1944 – 1945

La guerra arriva anche a casa de Cupis.

Il punto di vista dello storico

Le truppe alleate lasceranno tracce pesanti del loro passaggio

Come molti edifici di pregio della città anche questa abitazione viene messa al servizio delle truppe alleate, che sistemano la cucina da campo al primo piano, costringendo la famiglia a trasferirsi nella cantine.

I giorni della Liberazione. Fonte Incerta.

I giorni della Liberazione. Fonte Incerta.

Le truppe alleate lasceranno tracce pesanti del loro passaggio

1946 – 1948

Subito dopo la guerra Roberto de Cupis sposa Luisa Ferragù e comincia a lavorare per l’UNRRA-CASAS, l’ente per la gestione dei fondi delle Nazioni Unite per la ricostruzione.

De Cupis lavorerà per anni nella costruzione di villaggi destinati a chi era rimasto senza casa in seguito ai danni di guerra

Allo scultore pesa molto non avere messo a frutto il suo talento artistico. In ciascun villaggio costruito con l’UNRRA-CASAS lascia una piccola stele sacra con una Madonna, riuscendo in questo modo a mantenere viva la passione per l’arte, seppure in piccole realizzazioni.

Nel 1948 nasce il figlio, Ettore Maria de Cupis, che tuttora vive nel palazzo con la famiglia.

Lo scultore con il figlio. Foto di Michela Mazzoli

Lo scultore con il figlio. Foto di Michela Mazzoli

Anni ‘50

Mentre il padre Roberto lavora per la ricostruzione del paese il figlio Ettore cresce nella casa di famiglia, di cui conserva molti ricordi

Casa de Cupis e alcune opere dello scultore
Casa de Cupis e alcune opere dello scultore

Casa de Cupis e alcune opere dello scultore

Nel Palazzo de Cupis, oltre alla famiglia dell’artista vivono altre famiglie. Una di queste, la famiglia Alessandrini Caroli, si occupa della tabaccheria sita al piano terra e lo farà fino al 1988.

Vista attuale dal terrazzo a prua

Vista attuale dal terrazzo a prua

Ettore ricorda con piacere le tante persone che hanno abitato negli appartamenti della casa e l’amicizia che li legava.

Gli anni ‘60

De Cupis, ormai in pensione, ricomincia a coltivare la sua passione per la scultura e la pittura.

Monumento ai Caduti, Roberto de Cupis, Forlì, San Martino in Strada, 1965. Foto di Alessandro Fabbri

Monumento ai Caduti, Roberto de Cupis, Forlì, San Martino in Strada, 1965. Foto di Alessandro Fabbri

Nella presentazione di alcune opere per un concorso scrive: “Come artista sono morto nel 1938 per motivi fiscali, poi sono rinato nel 1959”

Oggi

Oggi Ettore de Cupis vive nel palazzo insieme alla moglie Maria Teresa e al figlio Paolo. A partire dal 1993 ha attuato numerosi interventi per mantenere in buono stato l’edificio e per adattarlo alle esigenze della vita contemporanea.

Gli interni di Palazzo de Cupis oggi

Per avere un accesso diretto al giardino ha unito il piano terra al primo e ha fatto restaurare la facciata dell’edificio cercando di mantenere la tonalità di colore originaria.

Ettore si è dedicato a custodire e diffondere la memoria del padre raccogliendo documenti e opere che conserva con cura. Nel 2015 i locali del Monte di Pietà hanno ospitato una mostra monografica su Roberto de Cupis, permettendo ai suoi concittadini di conoscere meglio la vita e le opere di questo artista atipico e talentuoso.

Fatti guidare dall’architetto

Il punto di vista dell’architetto

Vista attuale (2021) del Palazzo de Cupis.

Vista attuale (2021) del Palazzo de Cupis.

Il punto di vista dell’architetto
Fine progetto

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Scarica la ricerca completa realizzata dai volontari di Come In! Forlì Michela Mazzoli, Maria Michea, Simona Palo, Chiara Succi
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Scarica il racconto della volontaria Simona Palo dal titolo "L'ultima luce"

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